Programmazione neurolinguistica: metodi e risultati

Programmazione neuro linguistica

Programmazione neurolinguistica: PNL

La programmazione neurolinguistica, ovvero PNL, rappresenta un metodo per migliorare lo stile di vita attraverso la comunicazione, lo sviluppo personale e la psicoterapia. Questo metodo, ideato dallo psicologo, counsuelor, statunitense Richard Bandler e dal filosofo e life coach John Grinder, avvia una connessione fra l’esperienza di un individuo (che rappresenta la programmazione e gli schemi comportamentali) i processi neurologici e il linguaggio. 

Ecco cosa ci spiega la programmazione neurolinguistica

Nel mondo ci sono tante persone che conducono un’esistenza felice nonostante avversità di ogni genere, altre, che in apparenza hanno tutto quello che si può desiderare, conducono una vita di disperazione, rabbia e depressione. Come mai? La differenza consiste unicamente in come comunichiamo con noi stessi e nelle azioni che compiamo. Gli individui che ce la fanno non sono alle prese con minori problemi di coloro che falliscono.

Il termine “Neuro” si riferisce al cervello, quello “linguistico” si riferisce al linguaggio mentre per “programmazione” si intende la messa in opera di un piano.

programmazione neuro linguistica

Attraverso la PNL capiamo come il linguaggio sia verbale che non verbale influisca sul nostro sistema nervoso e la nostra capacità di fare nella vita si basa proprio sulla metodo con cui governiamo questo. Chi riesce ad ottenere risultati eccezionali, nella vita, lo fa producendo specifiche comunicazioni con e attraverso il sistema nervoso. La PNL studia come gli individui comunicano con se stessi da produrre condizioni ottimali, in modo da disporre al massimo numero possibile di scelte comportamentali. Ci insegna a dirigere non soltanto i nostri STATI D’ANIMO e i comportamenti, ma anche gli stati d’animo e i comportamenti degli altri, soprattutto, attraverso una COMUNICAZIONE EMPATICA.

Cos’è la PNL? (programmazione neurolinguistica) E su cosa si basa?

In poche parole, la programmazione neuro linguistica, è un metodo d’approccio che ci permette di governare il cervello in maniera ottimale allo scopo di produrre i risultati che si desideriamo. Nasce in campo terapeutico e si basa su alcuni principi.

  • Non puoi “non comunicare”. Qualsiasi cosa tu faccia o non faccia, qualsiasi cosa tu dica o non dica, ottieni comunque una reazione. Quindi, se ottieni una reazione, vuol dire che hai comunicato qualcosa.
  • Il significato di ogni comunicazione e la sua importanza si deve ricercare nella reazione che ottieni.
  • Mente e corpo sono strettamente collegati, nel loro linguaggio, in ciò che si comunica con i gesti.
  • Non esiste un fallimento, esiste solo un insegnamento.

Segreti della PNL?

Conoscere la PNL e le tecniche che mette a disposizione ci può tornare utile per gestire al meglio gli stati d’animo e, di conseguenza, l’ansia, lo stress, gli attacchi di panico e fobie di ogni genere. Possiamo imparare a gestire lo stato emotivo che si presenta tutte le volte che dobbiamo affrontare un avvenimento importante come parlare in pubblico, sostenere un esame, un colloquio, una gara sportiva. Tutto questo cambiando, semplicemente, la percezione della realtà, non la realtà di per se.

Il principio di base della programmazione neurolinguistica: “La mappa non è il territorio”

programmazione neuro linguistica

La mappa non è il territorio: cosa vuol dire? Per spiegare questo concetto partiamo dal presupposto che l’esperienza di ogni persona genera un determinato comportamento. Alla parola territorio associamo la parola esperienza, e cioè la conoscenza acquisita mediante il contatto con la propria realtà. La mappa, invece, altro non è che la nostra rappresentazione interna dell’esperienza.

Ogni individuo percepisce la mappa in modo diverso, attraverso dei processi universali di modellamento. Vediamone alcuni.

Cancellazioni. Immaginiamo il nostro cervello come un computer che va in tilt perché colmo di input, esperienze, pagine aperte, tracce di ogni cosa. Bisogna cancellare quello che non ci interessa e catturare solo cose utili.

Distorsioni. Quando hai paura di qualcosa, per esempio di prendere l’aereo, giorni prima della partenza inizi a focalizzarla. Riesci a viverla. Ti proietti su quelle esperienze che hai fatto ma che in realtà non stai ancora vivendo. Eppure ti fanno già stare male. Una distorsione della realtà.

Generalizzazioni. Nel senso specifico della parola, questo avviene tutte le volte che generalizziamo associando qualcosa di negativo a un fatto, una persona, un esperienza che abbiamo già vissuto. Una rappresentazione interna radicata nel nostro animo.

Esistono filtri che ci consentono di disegnare una realtà solo nostra

I filtri neurologici. I 5 sensi. Olfatto, tatto, udito, vista e gusto ci consentono di filtrare, in base a sensazioni soggettive, l’esperienza che stiamo vivendo. Oltre a questi vi segnalo un articolo in cui si evince la stretta correlazione della mente e il corpo attraverso ALTRE TIPOLOGIE DI SENSI.

Filtri sociali. Sono i filtri che appartengono alla nostra cultura, alla nostre credenze, alle usanze del luogo in cui viviamo e che ci condiziona. In molti casi, rappresentano un limite vero e proprio nel dialogo con gli altri e ci portano a instaurare una COMUNICAZIONE FILTRATA

Filtri individuali. Le preferenze che ogni persona ha in base ai propri interessi, sogni, ambizioni. Cambiano in base alla condizione economica, al contesto familiare in cui si è nati e cresciuti.

Attraverso i filtri, associati ai processi universali di modellamento, si arriva alla nostra, personale, rappresentazione interna dell’esperienza, e cioè LA MAPPA. Dalla mappa si genera il comportamento, il nostro modo di stare al mondo.

La PNL ci insegna lo sviluppo personale

Il passato, il nostro trascorso, le esperienze accumulate, influenzano continuamente il modo con cui ci proiettiamo al futuro, limitando, appunto, la scoperta di nuove sensazioni, umori, contesti di vita differenti con cui potremmo confrontarci per crescere e cancellare un passato che non ci permette di vivere una realtà diversa. Migliore.

In conclusione, nell’atto pratico, cosa ci insegna il metodo PNL? La programmazione neurolinguistica ci insegna a conoscerci meglio, a potenziare il nostro carattere, il nostro rendimento attraverso la conoscenza e il miglioramento delle proprie capacità. E scusate se è poco!

Raggiungere i propri obiettivi, avere fiducia in se stessi, migliorare i rapporti con gli altri attraverso la comunicazione. Questi sono i risultati che puoi ottenere con il metodo PNL. Risultati a cui dovrebbe ambire ogni persona. Come puoi pretendere di avere un seguito con le persone se non impari a capire chi sono? Se non sconosci i metodi che ti consentono di farlo? E soprattutto, come puoi ambire a raggiungere un obiettivo se non conosci perfettamente te stesso?

Ecco a cosa serve il PNL, “semplicemente” a vedere le cose in maniera diversa. Perché…

“Per cambiare il mondo non basterebbero milioni di anni, per vederlo in maniera diversa basta spostare lo sguardo”

Maria Boccuto

Controllo degli impulsi: il test delle tre caramelle.

Saper resistere agli impulsi significa avere auto-controllo emotivo. In uno studio sperimentale importante, furono coinvolti, bambini di quattro anni sottoposti al “test della caramella”; i risultati ottenuti hanno dimostrato quanto sia fondamentale la capacità di gestire le emozioni e di resistere all’impulso.

Essi, erano figli di docenti dell’Università di Stanford, i quali furono seguiti dallo psicologo Walter Mischel in questo esperimento fino alla maggiore età. Si trattava di una sfida che metteva alla prova il bambino invitandolo ad aspettare per un determinato tempo davanti a delle caramelle, che avrebbero avuto come premio dopo la sfida. In queste condizioni, la scelta del bambino di aspettare o reclinare davanti ad una tentazione, avrebbe non solo offerto una interpretazione del carattere, ma anche della traiettoria che egli probabilmente percorrerà nella sua vita.

Alcuni di questi bambini di quattro anni riuscirono ad aspettare il ritorno dello sperimentatore circa venti minuti, cercando di distrarsi in tutti modi per non dover guardare l’oggetto della tentazione. Questi coraggiosi bimbi ottennero la ricompensa delle caramelle. Ma altri, più impulsivi, afferrarono una caramella, dopo che lo sperimentatore aveva lasciato la stanza. Questi bambini vennero seguiti durante gli anni durante il loro sviluppo della personalità e gli studiosi notarono differenze a livello emotivo, sociale e caratteriale. I bambini che avevano resistito, da adolescenti dimostravano di possedere una maggiore competenza sociale: erano efficaci a livello personale, sicuri di sé e più capaci di tener testa alle frustrazioni della vita. Essi erano pronti ad accettare sfide e raggiungere i loro obiettivi. I soggetti che non avevano resistito, da adolescenti avevano un profilo psicologico più inquieto. Essi scansavano i contatti sociali a causa della timidezza; che fossero facilmente turbati dalle frustrazioni, testardi e indecisi; davanti a situazioni di stress avevano una regressione o si paralizzavano.

La capacità di frenare i propri impulsi è alla base di moltissimi sforzi dell’adulto, dal mettersi a dieta (scopri il mio metodo di dimagrimento) al prendere una laurea o realizzare i propri sogni. E tu, in quale gruppo ti riconosci? Facci conoscere il tuo parere!