Stati d’animo e relazioni. Un potere sotto controllo?

Gli stati d’animo hanno un potere che si ripercuote nella vita di ogni giorno

Anche i migliori atleti hanno giornate in cui fanno tutto splendidamente, altre, in cui non riescono a fare un canestro o segnare un gol? Perché? Innanzitutto, la differenza va cercata nella condizione psicologica in cui ci si trova. Infatti, ci sono stati d’animo positivi – amore, fiducia in se stessi, forza interiore, gioia, estasi, fede – che danno la stura alle sorgenti del potere personale; e ci sono stati d’animo paralizzanti .

Stati d'animo

Ecco gli stati d’animo che paralizzano ogni tua intenzione

Confusione, depressione, sconforto, ansia, tristezza, frustrazione… Ci rendono impotenti. Noi tutti entriamo e usciamo da stati positivi e negativi. Però, la chiave per comprendere il cambiamento e raggiungere l’eccellenza è il nostro comportamento il quale è il risultato dello stato d’animo nel quale ci troviamo. La chiave consiste nel farsi carico dei nostri stati d’animo e pertanto dei nostri comportamenti. Mettiamo in atto le nostre risorse nel momento in cui abbiamo stati d’animo positivi. Uno stato d’animo può essere definito la somma di processi neurologici che hanno luogo dentro di noi, in altre parole, il totale delle nostre esperienze in ogni momento. Gran parte dei nostri stati d’animo si verificano senza che da parte nostra ci sia controllo conscio. Vediamo qualcosa e reagiamo mettendoci in un certo stato d’animo difficile da controllare.

Due sono le componenti principali di uno stato d’animo

La prima è costituita dalle nostre rappresentazioni interne, la seconda dalle condizioni e dall’uso della nostra fisiologia.

Stati d'animo

Nei rapporti con gli altri, un cattivo stato d’animo può determinare mancanza di rispetto. E il rispetto è un diritto! Pensate per esempio a come trattate una moglie o un marito quando rincasano molto tardi di quanto avessero promesso. Proprio così, il vostro comportamento dipenderà in larga misura dallo stato d’animo in cui vi troverete nel momento in cui il vostro partner tornerà e sarà determinato da ciò che vi sarete raffigurati mentalmente circa le ragioni del ritardo.

Per esempio, se, vi siete immaginati la persona vittima di un incidente, sanguinante morta, ricoverata in ospedale, quando varcherà la porta potrete accoglierla con lacrime o con un sospiro di sollievo o abbracciandola stretta e chiedendole cosa è accaduto. Sono comportamenti che derivano da uno stati di preoccupazione. Se, invece, vi raffigurate il vostro amato bene impegnato in una relazione clandestina, oppure non si preoccupa dei vostri sentimenti e del vostro tempo, gli riserverete tutt’ altra accoglienza quale risultato del vostro strato d’animo.

La domanda che vi ponete è: che cosa induce una persona a raffigurare nella mente le cose a partire da uno stato d’animo di preoccupazione, laddove un’altra crea rappresentazioni interne che la mettono in una condizione di sfiducia o ira?

Ci sono molti fattori che intervengono. Possiamo aver imitato le reazioni dei nostri genitori o aver avuto altri modelli per affrontare esperienze del genere. Le nostre credenze, atteggiamenti, valori ed esperienze precedenti che abbiamo assimilato, condizionano i tipi di rappresentazioni che ci faremo.

Rappresentano la trasformazione delle emozioni; delle sensazioni e possono essere artefici di un consumo elevato di energia vitale

Stati d'animo

Sono l’immagine che assume il nostro corpo, il nostro spirito, in risposta a sollecitazioni esterne: emozioni, sensazioni. Bisogna stare attenti a gestirli per evitare che ci si imbatta in un vero e proprio stato da cui non si riesce a tornare fuori. Ovviamente, bisogna distinguere la natura dello stato d’animo e la sua causa. Ti riporto alcuni esempi:

  • La paura, un sentimento comune che proviamo tutti, può diventare ansia, e questa, a sua volta, può limitare ogni nostra scelta nella vita.
  • La gioia, può diventare euforia incontrollata. o, semplicemente, un entusiasmo positivo e crescente.
  • La rabbia può avere un riscontro negativo su vari aspetti del nostro carattere e procurare impotenza, frustrazione e incapacità nella gestione delle attività quotidiane

Il nostro stato di vita quotidiano dipende fortemente dagli altri, da ciò che riceviamo in termini di comunicazione

Proprio così: la comunicazione è tutto e il nostro stato d’animo è enormemente condizionato dal modo con cui ci relazioniamo. Avviare una COMUNICAZIONE EMPATICA, oltre a ricavare l’attenzione necessaria e l’interesse di chi ci ascolta, ci consente di trasmettere input positivi su cui il nostro interlocutore potrà rispecchiarsi per costruire uno stato positivo, un condizione psico-fisica di gioia interiore, autostima e rilassatezza.

Ti ringrazio per la lettura e ti invito a leggere altri articoli!

Comunicazione è potere

L’azione, ecco il minimo comune denominatore di ogni grande successo; l’azione è ciò che produce risultati. Il sapere è potere potenziale finchè non capita nelle mani di qualcuno che sa agire con efficacia. Il termine potere significa “facoltà di agire”.

Ci sono due forme di comunicazione che plasmano le nostre esperienze esistenziali:

  • Comunicazione interna sono le cose che immaginiamo, sentiamo, diciamo nel nostro intimo.
  • Comunicazione esterna sono le parole, tonalità, espressioni facciali, portamenti corporei, azioni fisiche che servono a comunicare con il mondo.

Ogni comunicazione è un’azione, una causa che produce effetti e ha qualche conseguenza per noi e nostre opinioni per gli altri. Quelli che hanno imparato a servirsene in maniera efficace possono mutare la propria esistenza.

Comunicare è quella capacità di trasmettere agli altri le proprie visioni, aspirazioni, gioie e missioni. La comunicazione è lo strumento di cui a nostra volta ci serviamo per muovere noi stessi.

Dal nostro livello di padronanza della comunicazione col mondo dipenderà il livello del nostro successo sul piano personale, emozionale, sociale e finanziario. Il livello di successo cui si perviene interiormente come la felicità, la gioia, l’estasi, l’amore e tutto ciò che si desidera, è il diretto risultato del nostro modo di comunicare con noi stessi. Come ci sentiamo, non deriva da ciò che ci succede nella vita, bensì dalla nostra interpretazione di quel che accade. La qualità della vita non è determinata da quello che ci accade, ma piuttosto da come ci atteggiamo nei confronti di ciò che ci accade. Sei tu che decidi come sentire e agire in base da come hai scelto di percepire la tua esistenza.

Cos’è la percezione e cosa comporta?

Cos’è la percezione? Come influenza i nostri stati d’animo?

In questo articolo vedremo cos’è la percezione e come sia fondamentale, nella nostra quotidianità, l’importanza che diamo al percepito. Molte volte attorno a noi ci sono occasioni che potrebbero permetterci di fare della nostra esistenza esattamente quel che vorremmo che fosse; ci sono modi di vedere i nostri problemi di maggior momento quali le nostre migliori occasioni – sempre che sia in grado di uscire da come percepiamo la realtà.

Cos'è la percezione?

Etimologicamente, la parola percezione è da ricondursi al latino percìpere

È composta da  per, e cioè per mezzo, attraverso… più la parola  capĕre, e cioè prendere, raccogliere. Riunire le informazioni necessarie attraverso dati sensoriali per venire a conoscenza. In psicologia, con la parola percezione si intende l’elaborazione dei dati forniti dai sensi a cui, attraverso l’elaborazione del cervello, viene attribuito un significato. Il nostro significato!

Un’interpretazione intuitiva legata all’esperienza, alla conoscenza, innescata da stimoli sensoriali ed elaborata da organi sensoriali. Ecco cos’è la percezione

Nulla al mondo ha un significato implicito; le nostre sensazioni e il nostro agire dipendono dalla percezione che ne abbiamo. Un segnale ha un significato solo nella cornice o contesto in cui lo percepiamo.

Tendiamo a contestualizzare le cose basandoci sul modo in cui le abbiamo percepite in passato, e molte volte cambiando i moduli percettivi abituali siamo in grado di offrire a noi stessi un maggior numero di scelte.

Le percezioni hanno carattere creativo

Proprio così… Una percezione è in grado di oscurare con delle ombre o illuminare di luce e colori la realtà. Giusta o sbagliata che sia, se percepiamo una cosa come negativa, sarà questo il messaggio che trasmetteremo al cervello, il quale a sua volta produrrà stati d’animo che ne faranno una realtà. Allo stesso modo, se dovessimo percepire qualcosa di positivo, anche erroneamente, arriveranno segnali ricchi di colori che marcheranno positivamente una verità che sarà solo nostra.

Cos'è la percezione?

Cos’è la percezione se non un “innesco”. L’avvio a un processo di reazioni agli stimoli esterni

La percezione viene innescata da uno stimolo e viene elaborata in base al contesto in cui si rivela. Attraverso la percezione siamo in grado di fare una valutazione immediata di ciò che sta accadendo intorno a noi, dopodiché, si avviano una serie di processi che il cervello mette in atto per fare una elaborazione del percepito, come una sorta di filtro che cestina alcune sensazioni e ne considera importanti delle altre.

Esempio: il suono di un passo può avere tanti significati in base a come lo contestualizziamo

Infatti non ha un effettivo significato se lo sentiamo in una strada affollata perché non ci facciamo caso dato che non lo sentiamo. Ma se lo sentiamo quando siamo soli in casa, a tarda notte e un istante dopo quei passi si dirigono verso il nostro uscio, allora acquista un significato. Eppure ha lo stesso suono ma il contesto è cambiato, quindi lo stesso segnale può avere molti significati a seconda di ciò che in passato ha significato per noi in situazioni simili, determinando uno stato d’animo di paura o di gioia. Il significato di ogni esperienza esistenziale dipende dalla cornice in cui la inseriamo.

Nel linguaggio comune, e nei legami interpersonali, cos’è la percezione? Come funziona?

Hermann von Helmholtz, medico fisiologo tedesco soprannominato “cancelliere della fisica” afferma che: ” il sistema percettivo corregge i valori della percezione all’insaputa del soggetto“.

In poche parole, un’elaborazione inconsapevole che avviene, in primo luogo, attraverso il nostro sistema percettivo, e cioè, l’insieme di organi attraverso i quali manifestiamo i cinque sensi. Una percezione sensoriale.

Cos'è la percezione?

Un processo cognitivo che si muove attraverso la memoria, l’intelligenza. Percepire è un po’ come intuire, presagire, captare, immaginare…

Fra questi sinonimi, quello che mi soddisfa di più è immaginare. Attraverso il nostro percepito viene fuori un dipinto, l’immagine della “nostra” realtà. Questa, che rispecchi la verità o meno, provoca una serie di comportamenti, convinzioni, umori… Stati d’animo che influenzano in modo rilevante il nostro quotidiano. (leggi l’articolo sul potere degli stati d’animo) Quindi, voglio farti una domanda: Quanto è importante elaborare le immagini del nostro percepito? Vorrei che mi rispondessi nei commenti.

La percezione e la comunicazione

Percepire in maniera errata influenza negativamente i rapporti con gli altri, infatti, per evitare che le nostre sensazioni influenzino, negativamente, l’immagine che il nostro percepito ci propone, è fondamentale creare una comunicazione empatica. Questo tipo di comunicazione prevede la conoscenza reale della persona che abbiamo di fronte e non l’idea che si siamo fatti attraverso le sensazioni.

L’essenza stessa della percezione geniale del mondo sta nella capacità di penetrare nel profondo delle cose, mentre l’essenza della percezione illusoria sta nel nascondere a se stessi la realtà.“

Pavel Aleksandrovič Florenskij

Programmazione neurolinguistica: metodi e risultati

Programmazione neuro linguistica

Programmazione neurolinguistica: PNL

La programmazione neurolinguistica, ovvero PNL, rappresenta un metodo per migliorare lo stile di vita attraverso la comunicazione, lo sviluppo personale e la psicoterapia. Questo metodo, ideato dallo psicologo, counsuelor, statunitense Richard Bandler e dal filosofo e life coach John Grinder, avvia una connessione fra l’esperienza di un individuo (che rappresenta la programmazione e gli schemi comportamentali) i processi neurologici e il linguaggio. 

Ecco cosa ci spiega la programmazione neurolinguistica

Nel mondo ci sono tante persone che conducono un’esistenza felice nonostante avversità di ogni genere, altre, che in apparenza hanno tutto quello che si può desiderare, conducono una vita di disperazione, rabbia e depressione. Come mai? La differenza consiste unicamente in come comunichiamo con noi stessi e nelle azioni che compiamo. Gli individui che ce la fanno non sono alle prese con minori problemi di coloro che falliscono.

Il termine “Neuro” si riferisce al cervello, quello “linguistico” si riferisce al linguaggio mentre per “programmazione” si intende la messa in opera di un piano.

programmazione neuro linguistica

Attraverso la PNL capiamo come il linguaggio sia verbale che non verbale influisca sul nostro sistema nervoso e la nostra capacità di fare nella vita si basa proprio sulla metodo con cui governiamo questo. Chi riesce ad ottenere risultati eccezionali, nella vita, lo fa producendo specifiche comunicazioni con e attraverso il sistema nervoso. La PNL studia come gli individui comunicano con se stessi da produrre condizioni ottimali, in modo da disporre al massimo numero possibile di scelte comportamentali. Ci insegna a dirigere non soltanto i nostri STATI D’ANIMO e i comportamenti, ma anche gli stati d’animo e i comportamenti degli altri, soprattutto, attraverso una COMUNICAZIONE EMPATICA.

Cos’è la PNL? (programmazione neurolinguistica) E su cosa si basa?

In poche parole, la programmazione neuro linguistica, è un metodo d’approccio che ci permette di governare il cervello in maniera ottimale allo scopo di produrre i risultati che si desideriamo. Nasce in campo terapeutico e si basa su alcuni principi.

  • Non puoi “non comunicare”. Qualsiasi cosa tu faccia o non faccia, qualsiasi cosa tu dica o non dica, ottieni comunque una reazione. Quindi, se ottieni una reazione, vuol dire che hai comunicato qualcosa.
  • Il significato di ogni comunicazione e la sua importanza si deve ricercare nella reazione che ottieni.
  • Mente e corpo sono strettamente collegati, nel loro linguaggio, in ciò che si comunica con i gesti.
  • Non esiste un fallimento, esiste solo un insegnamento.

Segreti della PNL?

Conoscere la PNL e le tecniche che mette a disposizione ci può tornare utile per gestire al meglio gli stati d’animo e, di conseguenza, l’ansia, lo stress, gli attacchi di panico e fobie di ogni genere. Possiamo imparare a gestire lo stato emotivo che si presenta tutte le volte che dobbiamo affrontare un avvenimento importante come parlare in pubblico, sostenere un esame, un colloquio, una gara sportiva. Tutto questo cambiando, semplicemente, la percezione della realtà, non la realtà di per se.

Il principio di base della programmazione neurolinguistica: “La mappa non è il territorio”

programmazione neuro linguistica

La mappa non è il territorio: cosa vuol dire? Per spiegare questo concetto partiamo dal presupposto che l’esperienza di ogni persona genera un determinato comportamento. Alla parola territorio associamo la parola esperienza, e cioè la conoscenza acquisita mediante il contatto con la propria realtà. La mappa, invece, altro non è che la nostra rappresentazione interna dell’esperienza.

Ogni individuo percepisce la mappa in modo diverso, attraverso dei processi universali di modellamento. Vediamone alcuni.

Cancellazioni. Immaginiamo il nostro cervello come un computer che va in tilt perché colmo di input, esperienze, pagine aperte, tracce di ogni cosa. Bisogna cancellare quello che non ci interessa e catturare solo cose utili.

Distorsioni. Quando hai paura di qualcosa, per esempio di prendere l’aereo, giorni prima della partenza inizi a focalizzarla. Riesci a viverla. Ti proietti su quelle esperienze che hai fatto ma che in realtà non stai ancora vivendo. Eppure ti fanno già stare male. Una distorsione della realtà.

Generalizzazioni. Nel senso specifico della parola, questo avviene tutte le volte che generalizziamo associando qualcosa di negativo a un fatto, una persona, un esperienza che abbiamo già vissuto. Una rappresentazione interna radicata nel nostro animo.

Esistono filtri che ci consentono di disegnare una realtà solo nostra

I filtri neurologici. I 5 sensi. Olfatto, tatto, udito, vista e gusto ci consentono di filtrare, in base a sensazioni soggettive, l’esperienza che stiamo vivendo. Oltre a questi vi segnalo un articolo in cui si evince la stretta correlazione della mente e il corpo attraverso ALTRE TIPOLOGIE DI SENSI.

Filtri sociali. Sono i filtri che appartengono alla nostra cultura, alla nostre credenze, alle usanze del luogo in cui viviamo e che ci condiziona. In molti casi, rappresentano un limite vero e proprio nel dialogo con gli altri e ci portano a instaurare una COMUNICAZIONE FILTRATA

Filtri individuali. Le preferenze che ogni persona ha in base ai propri interessi, sogni, ambizioni. Cambiano in base alla condizione economica, al contesto familiare in cui si è nati e cresciuti.

Attraverso i filtri, associati ai processi universali di modellamento, si arriva alla nostra, personale, rappresentazione interna dell’esperienza, e cioè LA MAPPA. Dalla mappa si genera il comportamento, il nostro modo di stare al mondo.

La PNL ci insegna lo sviluppo personale

Il passato, il nostro trascorso, le esperienze accumulate, influenzano continuamente il modo con cui ci proiettiamo al futuro, limitando, appunto, la scoperta di nuove sensazioni, umori, contesti di vita differenti con cui potremmo confrontarci per crescere e cancellare un passato che non ci permette di vivere una realtà diversa. Migliore.

In conclusione, nell’atto pratico, cosa ci insegna il metodo PNL? La programmazione neurolinguistica ci insegna a conoscerci meglio, a potenziare il nostro carattere, il nostro rendimento attraverso la conoscenza e il miglioramento delle proprie capacità. E scusate se è poco!

Raggiungere i propri obiettivi, avere fiducia in se stessi, migliorare i rapporti con gli altri attraverso la comunicazione. Questi sono i risultati che puoi ottenere con il metodo PNL. Risultati a cui dovrebbe ambire ogni persona. Come puoi pretendere di avere un seguito con le persone se non impari a capire chi sono? Se non sconosci i metodi che ti consentono di farlo? E soprattutto, come puoi ambire a raggiungere un obiettivo se non conosci perfettamente te stesso?

Ecco a cosa serve il PNL, “semplicemente” a vedere le cose in maniera diversa. Perché…

“Per cambiare il mondo non basterebbero milioni di anni, per vederlo in maniera diversa basta spostare lo sguardo”

Maria Boccuto

Controllo degli impulsi: il test delle tre caramelle.

Saper resistere agli impulsi significa avere auto-controllo emotivo. In uno studio sperimentale importante, furono coinvolti, bambini di quattro anni sottoposti al “test della caramella”; i risultati ottenuti hanno dimostrato quanto sia fondamentale la capacità di gestire le emozioni e di resistere all’impulso.

Essi, erano figli di docenti dell’Università di Stanford, i quali furono seguiti dallo psicologo Walter Mischel in questo esperimento fino alla maggiore età. Si trattava di una sfida che metteva alla prova il bambino invitandolo ad aspettare per un determinato tempo davanti a delle caramelle, che avrebbero avuto come premio dopo la sfida. In queste condizioni, la scelta del bambino di aspettare o reclinare davanti ad una tentazione, avrebbe non solo offerto una interpretazione del carattere, ma anche della traiettoria che egli probabilmente percorrerà nella sua vita.

Alcuni di questi bambini di quattro anni riuscirono ad aspettare il ritorno dello sperimentatore circa venti minuti, cercando di distrarsi in tutti modi per non dover guardare l’oggetto della tentazione. Questi coraggiosi bimbi ottennero la ricompensa delle caramelle. Ma altri, più impulsivi, afferrarono una caramella, dopo che lo sperimentatore aveva lasciato la stanza. Questi bambini vennero seguiti durante gli anni durante il loro sviluppo della personalità e gli studiosi notarono differenze a livello emotivo, sociale e caratteriale. I bambini che avevano resistito, da adolescenti dimostravano di possedere una maggiore competenza sociale: erano efficaci a livello personale, sicuri di sé e più capaci di tener testa alle frustrazioni della vita. Essi erano pronti ad accettare sfide e raggiungere i loro obiettivi. I soggetti che non avevano resistito, da adolescenti avevano un profilo psicologico più inquieto. Essi scansavano i contatti sociali a causa della timidezza; che fossero facilmente turbati dalle frustrazioni, testardi e indecisi; davanti a situazioni di stress avevano una regressione o si paralizzavano.

La capacità di frenare i propri impulsi è alla base di moltissimi sforzi dell’adulto, dal mettersi a dieta (scopri il mio metodo di dimagrimento) al prendere una laurea o realizzare i propri sogni. E tu, in quale gruppo ti riconosci? Facci conoscere il tuo parere!

Che significa stress?

Lo stress è quella condizione che si evidenzia come una risposta dell’organismo alle continue stimolazioni provenienti dall’ambiente e che minano l’equilibrio interno inducendo ad una situazione di crisi perché le risorse soggettive non riescono a far fronte alle richieste ambientali.

La cosiddetta Sindrome Generale  di Adattamento coinvolge il sistema neurovegetativo, il sistema endocrino, il sistema immunitario ed i sistemi metabolici al fine di superare o neutralizzare l’agente stressante.

Essa comprende 3 risposte:

  1. FASE DI ALLARME: l’organismo percepisce un elemento di stress che può essere di natura psicologica o fisica. Si mobilitano le energie difensive (innalzamento della frequenza della pressione cardiaca, tensione muscolare, diminuzione della secrezione salivare, aumento di produzione di cortisolo).
  2. FASE DI RESTISTENZA: l’organismo tenta di adattarsi alla situazione e i sistemi interni calibrano una risposta coerente con la scelta operata( lotta o fuga)
  3. FASE DI ESAURIMENTO: se persiste la condizione stressante si entra in una fase di vero e proprio esaurimento energetico in cui l’organismo non riesce più a difendersi e viene a mancare la naturale capacità di adattarsi.

Oggi con gli ultimi studi si ritiene che oltre agli aspetti stressogeni di tipo biologico ne esistono altri di tipo psicologico, i quali sono all’origine di molti stati di stress.

Nell’approccio psicologico viene data più importanza alla dimensione cognitiva di attribuzione di significato agli stressor e agli stati d’animo tensivi.